MIRIANA BONAZZA

Eredita da suo padre la passione per la fotografia e fin da bambina armeggia con macchine fotografiche che via via nel tempo diventeranno strumenti sempre più importanti atti a soddisfare le sue crescenti esigenze. Negli anni ‘80 inizia a partecipare a concorsi fotografici a carattere regionale e nazionale e allestendo in seguito alcune mostre collettive e personali tra le quali “La città nascosta”, “Cile - poesia della natura” e “Per forza e per amore - immagini di Palio”. Dopo una pausa di qualche anno, ricomincia la sua attività espositiva nel 2013 con la rassegna "Open Way" organizzata dall'associazione Il Sestante e partecipa anche ad alcune edizioni del Premio Lynx. La sua grande passione per il Tibet la porta a realizzare un impegnativo progetto "Preghiere nel vento", che in collaborazione Cian Ciub Ciö Ling di Polava (UD) ha raccolto dei fondi della Sogan Foundation che investe le proprie risorse nell’apertura di nuove scuole tibetane nella remota regione del Golok nell’altipiano Tibetano. Ha allestito negli ultimi anni numerose mostre personali, tra le quali: "Preghiere nel Vento" a Cividale presso la Chiesa di Santa Maria dei Battuti (2015), a Udine presso la galleria Tina Modotti (2014) e a Trieste presso il Circolo Assicurazioni Generali (2013). Nel 2015 ha preso vita il progetto "L'ultima Porta" presente in questa rassegna. Recentemente ha partecipato alla mostra collettiva MIITTAC - Sconfinamenti creativi dal XIII Meridiano, presso il Museo Internazionale d’Arte Contemporanea di Torino .

Uno stralcio dello scambio epistolare con Roberto Carnevali: "Sono rimasto molto colpito dal modo in cui ritrai gli "uomini", il genere umano. Nelle tue fotografie è possibile trovare persone umili, povere, che vivono in terre quasi dimenticate, ma tutte rappresentate con una loro grande dignità. Questa racconta molto di quale sia il tuo punto di vista del prossimo, dell'altro: mi dice come tu sai entrare rapidamente in empatia con gli altri e farti accettare. Le tue immagini delle persone non sono banali, non indorano la pillola in situazioni difficili, ma nemmeno calchi sui toni della povertà. Il tuo è un racconto fatto da creatura a creatura, ti metti accanto e non sopra ai tuoi soggetti e li racconti come sono. Questa credimi è frutto in parte di una grande dote naturale, e per il resto di una mente aperta e del tuo bell'approccio verso il prossimo".

Roberto Carnevali

 

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